- Introduzione
Il temporale e' un violento fenomeno atmosferico associato a precipitazioni, raffiche di vento e attivita' elettriche; si differisce dal termine tempesta
proprio per la presenza di attivita' elettrica, cioe' lampi e tuoni. Si tratta del fenomeno atmosferico piu' violento in termini energetici a cui possiamo assistere con una certa
frequenza alle nostre latitudini. Un temporale si sviluppa in presenza di determinate condizioni: aria molto instabile, presenza di un'azione di sollevamento e adeguato
contenuto di vapore acqueo nell'aria. Come per l'innesco di una generica reazione e' indispensabile la presenza del carburante, ma anche della scintilla; nel caso dei
temporali il carburante e' rappresentato dall'aria caldo-umida al suolo, la scintilla dai moti verticali e la reazione dalla formazione del temporale stesso.
26 agosto 2013, temporale su Genova
- Come si forma un temporale
Fase di cumulo: per la presenza di forti correnti ascensionali (10-15 m/s) un cumulo si trasforma in cumulonembo che assume la caratteristica
forma a "cavolfiore". Le intense correnti ascensionali mantengono in sospensione, all'interno della nube, le gocce d'acqua ed i cristalli di ghiaccio che si sono formati
in seguito alla condensazione del vapore acqueo. In questa fase sono presenti solo moti ascensionali che in circa 10-15 minuti possono far raggiungere alla sommita' della
nube la quota di 7-9 km. Le goccioline d'acqua in sospensione aumentano sempre di piu' le loro dimensioni fino a quando il loro peso supera la spinta verso l'alto della
corrente ascendente e cominciano a precipitare, dando luogo alla seconda fase.
Fase di pioggia: le goccioline d'acqua, che cadendo raggiungono il suolo, danno
luogo a correnti discensionali fredde, dovute alle basse temperature presenti in quota. Le precipitazioni relative sono normalmente a carattere di rovescio accompagnate da
lampi, tuoni e anche grandine se il temporale e' particolarmente intenso. Le correnti ascendenti raggiungono valori dell'ordine di 30 m/s. La durata di questa fase e'
mediamente di 30 minuti e le nubi raggiungono fino a 12 km di altezza.
Fase di dissolvimento: in quest'ultima fase sono presenti solo moti ascendenti
che trasportano aria calda e umida verso la nube stessa, la quale si dissolve a cominciare dalla parte superiore che tende a mescolarsi con l'aria circostante, facendole
assumere la classica forma ad "incudine" dai contorni sfilacciati. Le precipitazioni perdono il carattere di rovescio e la temperatura della nube tende a uniformarsi con
quella dell'aria circostante.
Cumulonembo a forma di incudine sul mar Ligure
- Tipologie di temporali
I temporali possono essere di due tipi: temporali frontali oppure temporali di massa d'aria.
I temporali frontali si suddividono in
tre categorie:
- da fronte caldo: si generano quando una massa d'aria calda entra in contatto con una massa d'aria piu' fredda; l'aria, per il
fenomeno della convezione termica, si espande facendo aumentare la sua temperatura e diminuire la sua densita'. A questo punto l'aria, meno densa e quindi piu' "leggera", per
il principio della spinta di Archimede sale verso l'alto generando cosi' i moti convettivi. Se la temperatura al suolo dopo il passaggio del fronte caldo aumenta sensibilmente
ci sara' da aspettarsi l'innesco di temporali prefrontali, che di norma seguono il fronte caldo e precedono quello freddo, a causa del notevole contrasto termico. Inoltre,
nella stagione estiva, piu' il fronte caldo e' consistente piu' e' probabile che il fronte freddo successivo si riveli intenso sempre a causa del gradiente termico venutosi
ad originare.
- prefrontali: si formano nel settore caldo di un sistema depressionario ben sviluppato dopo il transito del fronte caldo e prima dell'arrivo
del fronte freddo; poiche' nel settore caldo l'aria nei bassi strati e' estremamente calda ed umida, si rende disponibile una grande quantita' di energia sotto forma di
calore da trasferire al sistema. Spesso i temporali prefrontali sono vigorosi e veloci e si muovono sull'asse SW-NE. Nel caso venga a formarsi un minimo depressionario, puo'
verificarsi un richiamo d'aria calda dai quadranti meridionali; tale flusso prende il nome di "conveyor belt", ovvero si viene a creare un fiume d'aria di circa 100 km di
larghezza che si puo' intravedere come una fila di cumuli in cui si formano la maggior parte dei temporali prefrontali. Una volta partite le prime celle temporalesche, esse
tenderanno a generarne di nuove sempre nella stessa direzione (linee temporalesche), poiche' dal momento in cui si attivano le correnti discendenti associate alle
precipitazioni (downdrafts) si manifesta un processo detto retroazione dinamica: le correnti discendenti una volta raggiunta la superficie terrestre si trasformano in
correnti orizzontali (outflow) il cui bordo avanzante (gust front) solleva nuova aria calda che, in condizioni favorevoli, origina nuove celle. Il 90% dei temporali
prefrontali si sviluppa nel pomeriggio, momento della giornata in cui l'aria e' piu' calda.
- da fronte freddo: l'aria umida stagnante al suolo viene forzatamente
sollevata verso l'alto dal cuneo d'aria fredda che accompagna il passaggio di un fronte freddo, in questo modo la massa d'aria viene messa nelle condizioni di liberare la propria
instabilita' mediante una rapida condensazione e conseguente cessione di calore latente. In questo caso i temporali si possono formare in qualunque momento del giorno ed
interessano vaste aree con maltempo e una sensibile diminuzione delle temperature. Sono solitamente preceduti dalla ben nota atmosfera opprimente (afa) e da una diminuzione della
pressione, anche sensibile, dovuta al sollevamento dell'aria caldo-umida; al termine dell'evento vi e' una brusca risalita della pressione e un aumento della visibilita' per il
rovesciamento dell'aria fredda (piu' pesante) dall'alto verso il basso.
I temporali di massa d'aria si suddividono a loro volta in tre categorie:
- temporali orografici: si formano quando l'aria umida viene
spinta a ridosso dei rilievi dai venti dominanti, quindi la massa d'aria e' costretta a sollevarsi forzatamente per la presenza di un ostacolo sul suo percorso, dando inizio
alla fase di cumulo. I temporali orografici possono verificarsi in qualunque momento del giorno e in pratica derivano dall'effetto "stau", termine di origine tedesca che fa
riferimento proprio all'azione di blocco dovuta alla conformazione orografica del terreno.
- temporali di calore: si verificano nelle ore piu' calde della
giornata e in presenza di alta pressione, all'incirca valori compresi tra 1012 hPa e 1018 hPa, perche' solo queste condizioni garantiscono alla massa d'aria costretta a ristagnare
in loco per la scarsa circolazione di riscaldarsi e umidificarsi sufficientemente; sono molto frequenti nelle aree di pianura, specie quelle interne e a ridosso dei rilievi, dove
e' piu' probabile che l'aria sia ristagnante e umida e di norma non durano piu' di un ora. In liguria questo tipo di temporale si sviluppa nelle vallate appenniniche e solo in alcuni
rari casi, trasportato dai venti da nord, riesce a raggiungere la costa.
- temporali avvettivi o marittimi: in questo caso l'innesco dei moti ascensionali
e' provocato dallo scorrimento di aria fredda su superfici calde; sono i tipici temporali delle zone costiere causati dal mare ancora caldo e che quindi sono piu' frequenti sul
finire della stagione estiva e nelle ore notturne, quando e' maggiore il divario termico tra mare e terraferma. I temporali marittimi sono in grado di produrre moltissime scariche
elettriche e possono durare anche parecchie ore.
- Statistiche sui temporali
Gli scienziati dell'European Geosciences Union hanno calcolato che ogni giorno sulla Terra si verificano circa 800 temporali, con
punte fino a 2000 al giorno nei periodi particolarmente attivi.
La fascia tropicale risulta essere quella maggiormente interessata dai fenomeni,
mentre la zona piu' temporalesca al mondo e' situata intorno al bacino del fiume Congo, in Africa.
I ricercatori della NASA hanno stimato la caduta di circa
2 milioni di fulmini all'anno nel mondo, che vuol dire circa 6000 fulmini al minuto ( e
100 saette al secondo! ), con una densita' di circa 70 fulmini per km quadrato in un anno.
Distribuzione dei fulmini sul globo